CINA: UN ITINERARIO TRA MONTAGNE SACRE, LANTERNE ROSSE E ANTICHE CITTA’ NEL PAZZO PAESE DEL DRAGONE

Avviso ai viaggiatori: per tutti coloro che stessero per intraprendere un epico viaggio nel paese del dragone, si consiglia di portare con sé nel proprio zaino una buona dose di pazienza insieme ad una predisposizione alla meraviglia e l’apertura di chi sta per essere catapultato in un mondo anni luce distante dal proprio, lasciando a casa pregiudizi e idee precostituite.

Ripercorrere mentalmente le tappe di un fantastico girovagare nel paese del dragone, ha riportato anche a galla momenti di frustrazione, dovuti sia ad alcune mie leggerezze nell’organizzazione che ad un’impreparazione ad un universo, quello cinese, che va capito e compreso, prima che giudicato (per quanto io ne abbia avuto solo un piccolo assaggio).

Si, perché non ci si rende conto di quanto sia grande questo incantevole paese e di quanto sia necessaria una preparazione, non dico scrupolosa, ma attenta nella scelta delle varie tappe e dei relativi spostamenti.

Si, perché è vero quando si dice che son tanti, ma davvero tanti gli abitanti di questo subcontinente, il che potrebbe rendere la vita a volte difficile nelle cose più banali, come attendere un taxi, ritirare il biglietto di un treno o persino andare in bagno alle volte, per via di interminabili e lunghissime code! Ciò che però un vero viaggiatore non dovrebbe mai dimenticare è che si è sempre ospiti, che bisogna entrare in punta di piedi nel luogo che ci sta ospitando, senza pretendere di essere trattati con occhi estremi di riguardo. 

Si, perché pensavo che, dopo aver affrontato un viaggio nella caotica India, durante la stagione dei monsoni, nelle chiassose città, frastornato dai clacson dei tuk tuk, fossi ormai pronto per qualsiasi situazione. Ma avevo sottovalutato il cocente sole nella umida Leshan!

Ma al di là di queste raccomandazioni, siate pronti a godere di panorami mai visti, città dalla storia millenaria, templi maestosi, esplosioni di sapori e odori, e perché no, un paese che in quanto a modernità, ci fa mangiare la polvere!

Fatte queste, dovute premesse ecco prima alcuni consigli per rendere perfetto il vostro viaggio in Cina e, successivamente, un itinerario vario il più vario ed equilibrato possibile per un primo assaggio di questo pazzo ed incantevole paese!

COSA NON PUO’ MANCARE IN UN VIAGGIO IN CINA

1. VISTO: eh si, senza visto in Cina non si entra! Il Visto Turistico è obbligatorio, solitamente viene rilasciato dalle autorità cinesi dopo 30 giorni al costo di circa € 127. Può essere singolo o collettivo, nel caso di viaggi di gruppo, e può essere a ingresso singolo, ingresso doppio o ingresso multiplo. Solitamente le autorità cinesi rilasciano il visto con ingresso singolo della sola durata di 30 giorni

La procedura per ottenerlo è semplice, ma, se non si vuole incappare in spiacevoli sorprese, è meglio farne richiesta almeno 2 mesi prima della partenza. Lo si può richiedere autonomamente presso i consolati e le ambasciate cinesi presenti in Italia oppure tramite agenzie di viaggio. In questo articolo troverete maggiori dettagli per la richiesta del visto: https://www.skyscanner.it/notizie/visto-cina

2. VPN: come già saprete il duro governo cinese blocca migliaia di siti web che molti di noi usano quotidianamente, come Facebook, Instagram e Wikipedia, Google e Whatsapp, persino i canali di streaming! Tutte queste funzioni si riveleranno di vitale importanza, per esempio per reperire informazioni, accedere alle proprie mail e comunicare con i propri cari via Whatsapp. E’ possibile aggirare il firewall utilizzando un VPN, ossia, detto in parole povere, una app che permetta di “cammuffare” i propri dispositivi, facendo risultare una posizione diversa da quella reale e quindi esente da divieti. Un VPN che ho avuto modo di testare e che ha funzionato egregiamente è stata ExpressVPN, che permette anche un periodo di prova gratuito di 30 giorni (ricordate di disinstallarlo al vostro ritorno!). Ma ce ne sono altre molto autorevoli come NordVPN, Surfshark, VyprVPN, PrivateVPN e AsrillVPN tra quelle a pagamento; le migliori VPN gratuite sono invece Hotspot Shield, Windscribe e Tunnelbear. Ricordate ovviamente di attivare il servizio prima della partenza.

3. GOOGLE TRANSLATE E PLECO: una volta aggirato il firewall del governo cinese (da bravi hackers), è necessario prepararsi al primo, grande e insormontabile ostacolo di un viaggio in terra cinese: la lingua! Partiamo dal presupposto che nessuno di noi sappia il cinese, tranne che in alcuni ostelli e alberghi e negli aeroporti, troveremo enormi difficoltà di comunicazione persino con l’inglese. Prendere un taxi, chiedere informazioni ai passanti, ordinare in un ristorante, persino ritirare un biglietto in stazione, sono tutte attività che, senza un traduttore, in Cina saranno molto complicate, per usare un eufemismo! 

Non vi resta che, come prima cosa non appena atterrati o arrivati nel vostro primo hotel o ostello, ritirare un SIM card locale per poter utilizzare Google translate. Sebbene non sia la migliore app di traduzione in circolazione, è senza dubbio la più pratica, con la possibilità anche di tradurre le registrazioni vocali, oltre a possedere un vocabolario di terminologie basilari cinesi abbastanza vasto. E’ altamente consigliato anche un frasario in lingua cinese, così come la app PLECO, un vocabolario online dall’inglese al cinese. Tra l’altro, a complicare ulteriormente la cosa, il cinese standard, quello più parlato nel paese, viene considerato il mandarino, ma purtroppo la presenza di 297 lingue viventi in Cina potrebbe renderlo non sufficiente. 

4. WAZE: altra app fondamentale per muoversi in Cina è Waze. Non essendo Google Maps diffuso e visti i continui stravolgimenti del panorama urbano cinese, Waze diventa così fondamentale per ricercare gli indirizzi desiderati e per mostrarli ai tassisti in caratteri cinesi originali, ossia i sinogrammi. 

Prendere un taxi, chiedere informazioni ai passanti, ordinare in un ristorante, persino ritirare un biglietto in stazione, sono tutte attività che, senza un traduttore, in Cina saranno molto complicate, per usare un eufemismo!

5. PRENOTAZIONE ONLINE DEI TRENI PRIMA DELLA PARTENZA: una delle problematiche maggiori per quanto riguardo gli spostamenti, è senza dubbio il ritiro dei biglietti dei treni in stazione. Nonostante si possano prenotare i biglietti online prima della partenza (consiglio di farlo con un paio di mesi di anticipo su questo sito https://www.china-diy-travel.com), una volta arrivati nelle gigantesche stazioni cinesi non farvi prendere dal panico sarà davvero dura! Come già accennato qui, il problema non si porrebbe in un viaggio organizzato, che ha a disposizione un referente locale che potrà ritirarli prima del vostro arrivo

6. WECHAT: altra app fondamentale alla sopravvivenza è wechat! L’equivalente cinese di whatsapp, ma anche di facebook, instagram, paypal, ecc…I cinesi con wechat fanno tutto: messaggiano, interagiscono, vendono e comprano. Non di rado mi è capitato di notare delle simpatiche vecchine pagare anche solo una bottiglietta d’acqua con wechat. Per quanto vi riguarda la utilizzerete principalmente per chattare con le strutture turistiche (ostelli, alberghi, agenzie, guide, taxi, ecc…) e, aspetto non secondario, per rimanere in contatto con i locali che conoscerete. Quei pochi capaci di masticare un po’ di inglese saranno ansiosi di scambiare due chiacchiere con voi, sia per conoscere una cultura così diversa dalla propria che per migliorare il loro inglese. Questo è uno degli aspetti migliori di un viaggio in Cina!

Ora che abbiamo tutto il necessario con noi, siamo pronti per partire!

PECHINO

Una delle più popolose metropoli al mondo, la capitale di un impero del passato e di una superpotenza nascente del presente, palcoscenico di eventi storici rilevantissimi e spesso cruenti. Pechino ti permette di respirare, sotto una spessa coltre di inquinamento, frammenti di una grandezza che fu. La rivoluzione culturale maoista ha distrutto gran parte del patrimonio culturale e religioso della città. Tuttavia sono sopravvissuti esempi di architettura risalenti al periodo imperiale, come la città proibita: un dedalo di viali, corti e palazzi uno concatenato all’altro, una vera e propria città nella città (come raccontato da Bertolucci nel suo L’ultimo imperatore). Soprattutto in alta stagione è consigliato prenotare il biglietto di ingresso con largo anticipo.

Piazza Tienanmen e la gigantografia di Mao, che domina l’ingresso alla Città proibita

Per accedervi dovrete necessariamente percorrere la storica piazza Tienanmen, mastodontica, sulla quale si affacciano i luoghi del potere del partito comunista, e devota al culto di Mao, del quale viene li conservata la salma, nonché teatro della sanguinolenta repressione delle rivolte studentesche del 1989.

Separati da lunghi viali trafficati e palazzi di chiaro stampo comunista, sono poi il Tempio del cielo e il Palazzo d’estate, altri luoghi imperdibili della capitale cinese. Il primo un complesso di palazzi e templi dedicati al dio del cielo, al quale venivano fatti sacrifici per invocare la prosperità dei raccolti; l’altro è considerato il giardino imperiale meglio conservato al mondo, dove padiglioni, laghetti e giardini erano un tempo la dimora preferita della famiglia imperiale.

Il tempio del cielo

Imperdibili sono poi gli hutong, i caratteristici vicoli storici della capitale, composti da viuzze strette sulle quali si affacciano le tradizionali case a corte, costruite su un piano e con cortile interno, che costituiscono il cuore antico di Pechino. Un tempo molto più diffusi, ne sono sopravvissuti alcuni qua e là. La maggior parte di questi, ed anche i meglio conservati, sono concentrati nel distretto di Xicheng, dove potrete perdere in questo reticolo labirintico, tra lanterne, fumosi ristoranti di hotpot e piccoli templi.

Una delle sette meraviglie del mondo, la muraglia cinese nel tratto poco affollato di Jinshanling

Un capitolo a parte andrebbe speso poi per lei, una delle meraviglie del mondo: la grande muraglia.

Si potrebbe affermare che la muraglia racchiuda in sé una peculiarità della storia cinese, sia antica che recente. Costruita con l’intento di difendere i propri confini dagli invasori, ma non solo. Ha dato forma al desiderio di chiusura e preservazione della propria identità del popolo cinese, creando una barriera col fine di isolare, prima che di difendere dalle invasioni esterne.

Con magri risultati, ora come allora. Le orde mongole ebbero vita facile, data l’impossibilità di coprire l’intero sterminato confine cinese con le mura, e approfittarono delle sue numerose falle. Così oggi, il tentativo costante governativo di isolare i propri cittadini ha avuto scarsi risultati, ed anche la Cina è stata contaminata dal vento capitalista occidentale. Non rimane che il ban dei social media a dare la parvenza di un efficace controllo delle informazioni in entrata.

Sfatiamo prima di tutto un mito però. Si, è un’opera gigantesca, lunga ben 6350 km, ma no, non è visibile dallo spazio! La muraglia non tradisce le aspettative e si rivela all’occhio umano come un serpente del quale non se ne riesce a vedere la fine, che si insinua tra le montagne in tutta la sua sinuosità. Un’altra curiosità riguarda il fine della sua costruzione: immaginata come baluardo contro gli attacchi dei feroci mongoli, in realtà non servì mai a granché, poiché talmente lungo era il confine che avrebbe dovuto coprire, che non bastò a evitare gli assalti nemici, divenendo così uno dei primi esempi di spreco edilizio. Ma che spreco incantevole: questa meraviglia è visitabile in più punti, ma senza dubbio la parte che è sia ben conservata che poco affollata e immersa nella natura è Jinshanling, ad un paio d’ore di bus da Pechino.

Una volta tornati in città non potete perdervi la famosa anatra alla pechinese, una bontà da leccarsi i baffi. Io l’ho provata nel famoso ristorante DaDong, nel distretto di Dongsi, e non posso che raccomandarlo. Se possibile, inoltre, vi consiglio di soggiornare in una struttura all’interno di uno hutong, per provare un’esperienza davvero affascinante ed immersiva (io ho dormito al Red lantern house).  

Se il tempo a disposizione ve lo permette, vale la pena perdervi nel tradizionale e sterminato mercato di antiquariato di Panjiayuan. O ancora ammirare distretto artistico 798, ricavato da una fabbrica in disuso degli anni cinquanta in pieno stile Bauhaus, dove troverete numerose opere di artisti, progettisti e scultori che qui si sono stabiliti nel tempo, percependo il contrasto netto tra passato e presente, tra gli slogan propagandistici del passato e il fervore artistico di case editrici, compagnie di design, studi artistici e musicali dei nostri giorni.

XI’AN

La prossima tappa sarà un’altra città storica, tra le più importanti della Cina. A qualche ora di treno superveloce da Pechino, si trova Xi’an, capoluogo della provincia dello Shaanxi, nonché punto più a oriente della storica Via della seta ed una delle grandi capitali antiche cinesi.

Proprio il suo ruolo passato di importante crocevia di rotte commerciali e di residenza di dinastie imperiali fanno di Xi’an una tappa imprescindibile, ricca di attrazioni culturali.

L’esercito di terracotta

La più famosa tra queste è sicuramente l’esercito di terracotta. Provate anche solo per un istante ad immedesimarvi in Yang Zhifa, il contadino che per pur caso, durante lo scavo di un pozzo, rinvenne e portò per la prima volta un’armata composta da 8000 statue, raffiguranti guerrieri propriamente bardati e corazzati, interamente realizzati in terracotta. E’ incredibile come il caso abbia fatto sì che una persona tanto comune abbia scoperto questo esercito simbolico che avrebbe dovuto servire l’imperatore Qin Shi Huang nell’aldilà, e solo di recente, precisamente nel 1974.

Oltre allo sterminato patrimonio culturale e religioso, come le imponenti mura che cingono la città, o le pagode della piccola e grande oca selvatica, o ancora la maestosa torre a tamburo, la particolarità di Xi’an è anche la commistione con la cultura musulmana, in particolare legata alla comunità Hui, qui insediatasi per la prima volta quando mercanti e studenti arabi e persiani decisero di ampliare i propri mercati. La Via musulmana oggi è un groviglio di strade pavimentate di sanpietrini e stracolma di bancarelle e cibo di strada, i cui odori di frutta secca, arrosticini di carne e pane sono inconfondibili.

CHENGDU

Lasciamo Xi’an e dirigiamoci sempre più a ovest, con il nostro solito treno super rapido, per raggiungere la nuova destinazione: Chengdu.

Capitale del Sichuan, regione famoso per il suo hotpot strapiccante e paragonabile per tradizione culinaria alla Calabria, per quanto l’uso del peperoncino sia diffuso! A Chengdu respirerete un’aria diversa, più rilassata delle altre metropoli cinesi, quasi freakettona oserei dire. Ma Chengdu nell’immaginario collettivo ha le sembianze paffute e maldestre di un orso dal cuore tenero e dalla pigrizia innata: il panda! Qui infatti risiede il Chengdu Research Base of Panda Breeding, una struttura finalizzata alla conservazione e la preservazione di questa specie in estinzione. Qui potrete osservare questi buffi giganti da vicino, vederli rotolarsi goffamente o nella maggior parte dei casi fare assolutamente nulla se non un lungo pisolino. Sapete qual è la causa per la quale il panda rischia l’estinzione? Non il bracconaggio, bensì la pigrizia! Il panda infatti non ha assolutamente voglia di far nulla, men che meno di accoppiarsi!

L’animale più pigro al mondo: il panda!

Meno popolare ma sempre affascinante, nel parco potrete ammirare anche il panda rosso. Vi consiglio vivamente di acquistare i biglietti d’ingresso online con largo anticipo e recarvi la mattina presto per evitare interminabili code.

Una strada che mi ha fatto davvero sentire catapultato nella Città incantata di Miyazaki è Jin Li street: una lunga e costellata di laghetti strada pedonale, sulla quale si affacciano splendidi edifici in stile dinastia Qing, illuminati dalle classiche lanterne rosse. Perdetevi tra gli odori delle bancarelle di street food e magari assistete alla curiosa tradizione della pulizia delle orecchie per strada…una vera e propria ossessione da queste parti!

Una delle vie di Jin Li street

Chengdu è anche la base per raggiungere una delle opere più impressionanti e mastodontiche che io abbia mai visto: il buddha gigante di Leshan. Con un’altezza di ben 71 metri, esso rappresenta la più grande statua in pietra di Buddha al mondo. La sua costruzione iniziò nel 713 ad opera del monaco cinese Haitong e fu completata dai suoi discepoli 90 anni dopo. La leggenda narra che quando la sua costruzione fu interrotta per mancanza di fondi il monaco si cavò i suoi stessi occhi per provare la sua ardente volontà di vederlo ultimato e la sua buona fede. Egli sperava che il Buddha avesse potuto calmare le acque turbolente dei fiumi Minjiang, Dadu e Qingyi sui quali si affaccia, che costituivano un grosso ostacolo alla navigazione delle navi mercantili. La sua grandezza lascia senza fiato; pensate infatti che sulla sua unghia più piccola si può sedere comodamente una persona: “la montagna è un Buddha e il Buddha è una montagna”, così recita un detto locale.

Il buddha gigante di Leshan

Di fronte al Buddha incastonato nella montagna se ne erge un’altra, il monte Emei, uno dei quattro monti sacri cinesi, condiviso sia dal buddhismo che dal taoismo. Raggiungerne la vetta può essere un’impresa ardua ma molto stimolante, in un cammino tra templi, vegetazione lussureggiante e paesaggi sempre diversi, fino a raggiungere la sommità d’oro, a ben 3077 metri. Qui troverete il Buddha d’oro più grande al mondo.

Altra esperienza degna di nota è passare una notte nel tempio ai piedi del monte, il Baoguo temple, costruito nel periodo della dinastia Ming, della quale è conservata una tavoletta incisa dall’imperatore in persona. Qui potrete dormire seguendo le regole dei monaci buddisti, i loro rituali e assistere alle loro cerimonie all’alba, un’esperienza mistica e dal fascino intimo.

ZHANGJIAJIE

Nel cuore della regione dell’Hunan, nella Cina centrale, si trova il parco nazionale di Zhangjiajie. Nel momento in cui vi si presenterà davanti agli occhi questo paesaggio costellato di promontori (dalla forma spesso sottile, che sbucano dal suolo spesso nebbioso e si ergono per centinaia di metri, come grattacieli naturali) avrete la sensazione di trovarvi in una parvenza di aldilà, in uno scenario sospeso e paradisiaco. Questa sensazione di stupore verrà però subito smorzata dalla feroce folla di turisti che sgomiterà per portare a casa il miglior selfie possibile, brandendo il proprio stick come una spada, nella migliore tradizione cinese!

Avatar Hallelujah Mountain

Il parco deve la sua recente fama ad Avatar, film dal quale la sua montagna più rappresentativa ha preso il nome negli ultimi anni. Funivie che ascendono sospese tra le nuvole, differenti punti di osservazione dai quali osservare il monte Tianzi, l’ascensore in vetro Bailong e una selva ospitata da apparentemente minacciose scimmie: il parco è davvero un incanto per gli occhi e merita almeno un paio di giorni di perlustrazione.

Il luogo ideale nel quale pernottare è sicuramente il distretto di Wulingyuan, a pochi passi dall’entrata ovest del parco, ricca di diverse soluzioni di alloggi e ristoranti.

A 2 passi, invece, dalla città di Zhangjiajie, dopo aver percorso una tortuosa e ripida strada composta da 99 curve e salito 999 gradini, potrete raggiungere la porta del paradiso. Siamo in cima al monte Tianmen, dove potrete anche provare l’adrenalinica esperienza di percorrere “il cammino della fede”, ossia la passerella trasparente più lunga al mondo, sospesa nel vuoto a ridosso della montagna.   

Per finire, a 60 km dal centro, è possibile fare un’escursione all’interno del canyon di Zhangjiajie, dopo aver attraversato il ponte di vetro più alto e lungo al mondo. Non adatto a chi soffre particolarmente di vertigini (come un po’ tutte le attività dell’area in realtà!). Il canyon è maestoso, la vegetazione è rigogliosa e le acque del fiume che lo solcano ne riflettono il verde acceso, ma a dir la verità il trekking non mi ha fatto impazzire. Questo si deve un po’ alla brutta abitudine cinese di incanalare i visitatori in percorsi prestabiliti molto circoscritti, che non lasciano spazio all’esplorazione in autonomia. 

Il consiglio è di verificare con anticipo le date dei voli per Zhangjiajie, che non sono molto frequenti da un po’ tutte le maggiori città cinesi, per non incappare in spiacevoli sorprese e perdere quello che è stato il mio personale highlight di questo viaggio.

FENGHUANG

La prossima tappa di questo incredibile viaggio è la città antica di Fenghuang. Distante circa 4 ore di macchina da Zhangjiajie: poiché non è dotata né di una stazione né di un aeroporto, ma solo da rari autobus, il mio consiglio è di trattare con taxista per più comodo e non molto caro viaggio.

Questa perla incastonata tra le montagne e percorsa da un sinuoso fiume deve il proprio nome alla figura della fenice: la leggenda narra che circa 400 anni fa questo mitologico e sacro animale, il quale rinasce dalle proprie ceneri, si sia fermato qua e rappresentasse un tale segno di buon auspicio da rendere possibile la fondazione di un centro urbano.

La sua visita richiede una sola giornata date le sue modeste dimensioni, ma ne vale decisamente la pena. Perdetevi lungo le sponde del fiume, tra palazzi antichi ben tenuti risalenti ai periodi Ming e Qing e i vicoli illuminati dalle immancabili lanterne rosse; curiosate tra i negozi di alimentari e artigianato saltando da una sponda all’altra del fiume percorrendo i magnifici ponti che la costellano. Di notte poi lo spettacolo delle abitazioni in legno illuminate, a strapiombo sul fiume, va in scena e rende il tutto ancora più magico. 

LONGSHENG

La spina dorsale del drago

La prossima tappa sarà una sosta rigenerante nel mezzo del lungo percorso fatto di bus e coincidenze di treni che porta a Yangshuo. A Longsheng si trova la spina dorsale del drago, ossia la geometricamente perfetta linea ricurva generata dalle risaie. Oltre ad un trekking immersi nelle risaie non c’è granchè in più da fare, ma la vista del tramonto da qui in un mai sperimentato silenzio sarà un’esperienza che vi ricaricherà per il prosieguo.

YANGSHUO

Un detto cinese dice che lo scenario più bello al mondo lo si può ammirare a Guilin, ma lo scenario più bello di Guilin lo si trova a Yangshuo!

L’alba dal monte Xianggong

Siamo ora nella regione del Guangxi, a circa 65 km dalla decisamente più popolosa Guilin, sulle sponde del fiume Li, circondate da suggestive montagne carsiche e risaie a perdita d’occhio.

Siamo in una zona profondamente rurale della Cina, tuttavia grazie alla spettacolarità del paesaggio che la ammanta è divenuta una meta tra le popolari tra turisti e backpackers. Ecco perché troverete così facile comunicare in inglese con la maggior parte dei locali.

La parola Yangshuo si compone del termine Yang, che rappresenta l’elemento positivo ed il sole nella filosofia Taoista, e Shuo, che indica invece la luna nuova. La stessa luna rappresentata nello strabiliante Impression Liu Sanjie show, uno spettacolo che ha luogo al chiaro di luna sulle rive del fiume LI, diretto dal famoso regista Zhang Yimou. Coreografie sensazionali, canti e balli che raffigurano la vita rurale e contadina dell’area, uno spettacolo di luci che inscena una tragedia amorosa consumata tra queste acque. 

Meno strabiliante invece la totalmente artefatta messa in scena di un altro aspetto della vita rurale del posto, ossia la tradizionale pesca con i cormorani. Quella che era una pratica diffusa in passato, ora è totalmente in disuso e viene solo ricreata in quella che è una vera e propria trappola per turisti.

fiume LI

Un’altra esperienza da capogiro è rappresentata dall’ammirare l’alba dal monte Xianggong, un’esperienza per la quale varrà sicuramente la pena fare una levataccia.

SHANGHAI

Siamo purtroppo arrivati all’ultima tappa di questo girovagare. Raggiungibile comodamente in volo da Guilin, sbucherete in quella che è la capitale economico finanziaria della ruggente superpotenza cinese. Troverete una città multiculturale, tecnologica e con uno skyline di grattacieli da capogiro. Per ammirarlo passeggiate lungo quella che è l’ultima testimonianza della dominazione britannica, della quale potrete ammirarne l’architettura, ossia il Bund e magari godetevi il panorama da uno dei tanti rooftop bar della zona (tra questi consiglio il Captain Bar, il Peninsula o il Bar Rouge). Dopo averne ammirato il profilo da lontano, potrete anche raggiungere la cima della Shanghai Tower o del caratteristico grattacielo meglio conosciuto come cavatappi, per avere una vista a 360° dall’alto della città.

Lo skyline di Shanghai dal rooftop del Captain Bar, sul Bund

Tante sono le cose da fare a Shanghai: tra queste un salto nella French Concession, dove tra viali alberati e cafè potrete ammirare le antiche case coloniali francesi.

Immancabile una visita agli Yu Garden, antica residenza del mandarino Yu e classico esempio di architettura cinese tra giardini, laghi e sfarzosi interni.

Non fatevi mancare poi un giro al fake market, dove potrete sperimentare l’arte della contrattazione per acquistare qualsiasi cosa, dall’abbigliamento al tradizionale the cinese a qualsiasi aggeggio tecnologico fino ai classici souvenir da regalare al vostro ritorno, tutto rigorosamente contraffatto. Lo trovate alla fermata della metro Science and Technology museum. 

Se il tempo a disposizione ve lo permette potrete anche visitare il popolare e gratuito museo di arte contemporanea China Art Museum, il museo della propaganda o il museo di arte minimale orientale, la Square gallery.

Bride Market di Shanghai a People’s square

Una delle esperienze più curiose per avere un assaggio degli insoliti costumi cinesi è il Bride market, il mercato dei matrimoni di People’s Square: come un Tinder in carne e ossa, vedrete schiere di genitori esporre su degli ombrelli una vera e propria carta d’identità dei propri figli single nel tentativo di trovargli marito o moglie. Dati anagrafici, lavoro ed interessi oltre a specifiche caratteristiche richieste dei futuri coniugi interessati. Vedrete i genitori mercanteggiare nel tentativo di sistemare la propria prole! 

La Cina regala molto più delle sole bellezze naturali e architettoniche. Vi catapulta in un mix di mondo antico e futuro, vi sbatte in faccia tradizioni che difficilmente possono risultare comprensibili ai nostri occhi, vi metterà a dura prova fisicamente ed emotivamente. 

Ma, del resto, non è proprio questo il vero motivo per cui vale la pena saltare su un aereo e andare dall’altra parte del globo?