Cucina giapponese, oltre il sushi

Il Giappone è senza dubbio uno dei paesi con maggior varietà gastronomica che si possa visitare. Molti viaggiatori indicano il cibo giapponese come principale motivo del loro viaggio!

E’ diffusa l’opinione che sia il sushi ad avere un ruolo cardine nella cucina nipponica. Tuttavia, pur avendo grande rilevanza, esso rappresenta solo una minima parte di quello che è un vastissimo panorama culinario. Il sushi è un’arte tipicamente nipponica, che ha nella sua semplicità la sua complessità. Ma, essendo una pietanza spesso molto cara, più di quanto possa essere da noi, non è né il piatto principale né quello più consumato della cucina tradizionale. In questo articolo vi citerò alcuni dei piatti più comuni e gustosi che ritengo necessario provare per avere un’esperienza gastronomica completa. Ma prima di elencarli, è necessaria una descrizione anche dei luoghi nei quali si compie questo rito. Sempre con il loro classico decoro giapponese e rispetto nei confronti del momento sacro del pasto, il cibo può essere consumato in diversi ambienti caratteristici e affascinanti.

Aprite le porte scorrevoli di un ristorante tradizionale e prendete posto accanto ai salary men che hanno appena terminato un’estenuante giornata di lavoro nei loro uffici del centro. Aspettate che si liberi uno dei 7-8 posti dei minuscoli ristorantini tra gli Yokocho, gli strettissimi vicoli che prendono vita tra enormi grattacieli. Accomodatevi davanti allo chef e gustate in religioso silenzio il pasto, eccezion fatta per il gradito rumore del risucchio dei noodles, segno di buona educazione. Oppure sedetevi al tavolo con degli sconosciuti negli izakaya, l’equivalente delle nostre trattorie, grandi e affollati posti dove bere e mangiare in un inconsueto baccano per gli standard giapponesi! 

Persino i konbini (market aperti h24) sono un luogo nel quale potrete deliziarvi con snack buonissimi, tra cui degli ottimi onigiri (polpetta triangolare di riso bianco avvolta in un’alga e ripiena di tonno, salmone o altro) all’equivalente di 1 €, cioè circa 125 yen.

Per non parlare dei mercati del pesce cittadini o delle vie dello street food, il Giappone è un assoluto paradiso culinario!

Quindi cosa non si può non assaggiare?

Ciotola di ramen da Ichiran a Shinjuku. Ichiran è una delle catene di ristoranti di ramen più prestigiose, che trovate in molti quartieri della capitale e con diverse sedi in tutto il Giappone.

Facile, il ramen! Per quanto sia diffuso in Italia, qui è un’altra cosa. Innanzitutto c’è da dire che il ramen è un piatto complessissimo, poiché devono convivere nella stessa ciotola diversi ingredienti che qui poi raggiungono l’equilibrio perfetto, che è entrato di diritto nella lista dei miei piatti preferiti in assoluto. Si parla fondamentalmente di un brodo di carne di manzo, con salsa di soia o miso, con noodles, uova e verdure. Ma la cosa impressionante è il numero impressionante di varianti possibili: troverete i noodles di grano saraceno, soba noodles, o noodles più spessi, simili a delle tagliatelle, gli udon. Potrete trovarlo condito con carne di manzo o maiale, o nella variante di pesce. La cosa che non mancherà mai è il perfetto equilibrio tra tutte queste componenti, che ne farà un’autentica bontà.

Originario di Osaka è invece l’okonomiyakiDa molti definita la pizza giapponese, chissà perché poi, l’okonomiyaki è una bontà della quale vorrete provare tutte le varianti. E ce ne sono.

La preparazione dell’impasto avviene su una piastra calda, il teppan, mischiando foglie di verza, acqua, farina e uova. Dopodiché può essere condito con uno o più condimenti a piacere, tra cui noodles, carne di manzo o maiale, gamberetti o tonno, ecc. Molto comune è condire la parte superiore con pezzi di tonno striato che al calore della piastra si muoveranno dandovi l’impressione di essere vivo. Verrà poi servito con delle spatole che serviranno per tagliarlo e mangiarlo, a volte addirittura sullo stesso teppan! Ogni commento sulla sua bontà è superfluo, vi tocca solo provarlo.

Vengono sempre cucinati nel teppan, in particolare saltati, gli yakisoba, ossia un piatto di noodles di grano saraceno conditi con vari ingredienti quali tonno striato, carote, cipolla, salsa Otafuku e pezzetti di carne di maiale, tonno o seppie. Ricorda lontamente il pad thai, piatto tradizionale thailandese.

Oltre al pesce fresco che troverete nei mercati di strada, cozze gigantesche, vongole, spiedini di anguille, il classico street food che troverete un po’ ovunque è rappresentato dai takoyaki e dagli yakitory. I primi, originari di Osaka, sono polpette fritte di pollo servite con salsa Otafuku e zenzero, mentre i secondi sono degli spiedini di pollo. In particolare un vicolo di Shinjuku è famoso per i suoi ristorantini di yakitori. Si tratta dell’Omoide Yokocho o Memory lane, a pochi passi dalla stazione di Shinjuku: quasi nascosto tra due enormi palazzi, gli odori e i fumi delle braci vi cattureranno in un mondo che poco ha a che fare con il contesto ipertecnologico della zona. Piccoli ristoranti da 8 posti al massimo ti lasceranno sospeso in un mondo sospeso, in un’epoca lontana del passato. Infatti questa zona risale al periodo precedente all’espansione di Shinjuku, precisamente all’immediato dopoguerra negli anni ’50, anni nei quali il paese versava in condizioni spaventose di miseria e qui si installavano baracche di venditori di frattaglie di maiale, unico alimento alla portata delle tasche dei giapponesi dell’epoca. Queste baracche sono state assorbite dall’edilizia verticale degli anni del boom economico, mantenendo però le stesse condizioni in termini di misure e spazi, restando un luogo affascinante come pochi altri posti della città.

Assolutamente da provare anche la cotoletta di maiale, il tonkatsu, e la cotoletta di pollo con curry e salsa di miso, il katsu curry.

Sarete sorpresi da quanto a buon prezzo si possano trovare tutte queste leccornie, mantenendo sempre alti standard di qualità ovunque!

Altro discorso e altro budget per quanto riguarda la bistecca manzo di Kobe, rinomata per sapore e tenerezza, dal bovino originario della prefettura di Hyogo.

Simile all’hot pot cinese, invece, è lo shabu shabu: preparata una pentola al centro della tavola, sopra ad un fornello costantemente acceso, si servono dei piattini contenenti fette sottili di manzo, da cuocere insieme a verdure e, volendo, aggiungendovi anche del pesce o altri tipi di carne. La caratteristica di questa preparazione, totalmente fai da tè, è la condivisione con gli altri commensali, che possono tutti pescare dalla stessa pentola, una volta cotte le pietanze.

Questo è solo un piccolo assaggio della ricchissima cucina giapponese, altro che solo sushi!

Scommetto che avete fame, eh?