EXTRAORDINARY LIVES: LA DISTILLERIA PIU’ A SUD DEL MONDO. LA STORIA DI KIEra E MATT.

Si narra che Magellano, il famoso esploratore e navigatore portoghese, durante la sua spedizione di circumnavigazione del globo, fosse giunto tra i fiordi all’estremità meridionale del continente americano, precisamente in quella che oggi chiamiamo Patagonia. Nel tentativo di trovare un passaggio per l’oceano Pacifico si era infilato in un dedalo labirintico di canali senza trovarvi via di uscita. Comunicò, così, allo scoraggiato equipaggio che la traversata dell’ultimo canale percorribile avrebbe rappresentato l’ultimo tentativo, dopodiché la probabile morte. Il tentativo andò a buon fine, Magellano e l’equipaggio sopravvissero raggiungendo finalmente l’oceano: quel canale fu ribattezzato il canale di Ultima Speranza, il canale sul quale oggi si affaccia la città di Puerto Natales.

C’è invece chi non ha tentato la fuga da questo canale, ma bensì l’opposto, cioè ci si è trasferito dalla lontana Australia. Sto parlando di Kiera e Matt, che proprio a Puerto Natales, città alla fine del mondo (vedi anche la storia di Nana), hanno deciso di aprire la loro distilleria, The Last Hope Distillery. Ecco la loro storia.

Ciao ragazzi, presentatevi pure.

K: Mi chiamo Kiera, sono un ingegnere chimico ed ho conosciuto Matt lavorando nelle miniere di carbone del Queensland.

M: Mi chiamo Matt, provengo da un piccola paese dell’Australia ed ora vivo in un piccolo paesino della Patagonia. Formalmente ero ingegnere nelle miniere di carbone, ora invece ho il piacere di essere un distillatore ed un proprietario di bar.

Com’era la vostra vita prima di trasferirvi in Cile? Cosa vi ha portato a prendere una decisione così radicale?

K: Lavorare in un’industria come quella del carbone era solo un obiettivo a breve termine, poichè desideravo virare verso un ruolo che avesse a che fare con la politica ambientale. Tuttavia il mio capo non gradiva il fatto che mi esponessi così tanto, specialmente nel richiedere garanzie sulle condizioni di sicurezza, così, nel 2014, fui licenziata. Il licenziamento fu accompagnato da una consistente buonuscita, così comunicai a Matt che avrei viaggiato per circa un anno. Matt decise di licenziarsi e seguirmi!

Da dove viene la vostra passione per il gin?

K: Mia madre era solita preparare di tanto in tanto un ottimo gin and tonic, che quindi è stato il primo drink che ho imparato a gustare! Da allora ho imparato molto sul gin. Adesso mi piace fondere la tradizione con l’innovazione nella produzione del gin. Mi appassiona anche il fatto che rappresenti una divertente categoria dello spirito, una cosa non difficile da imparare a bere, oltre al fatto che i cocktail a base di gin possano spaziare da quelli lunghi, rinfrescanti e fruttati fino ai più impegnativi, forti e saporiti.

M: In realtà ho bevuto il mio primo gin and tonic ad un festival musicale quando ho iniziato a frequentare Kiera e ne sono stato subito catturato. Crescendo nel Queensland sono sempre stato circondato da grandi quantità di canna da zucchero, sono stato più un tipo da rum che da gin. Tuttavia, credo che il gin possieda un’anima flessibile tale che le opzioni di preparazione dei drink siano praticamente infinite. 

Come è stato aprire la vostra propria distilleria? Ci sono stati degli ostacoli all’inizio?

K: La nostre intenzione era di trasferirci a Santiago del Cile, per circa un anno, e sfruttarla come base per imparare lo spagnolo e girare il Sud America. Il nostro primo viaggio è stato da Santiago in Patagonia, e ne siamo rimasti assolutamente stregati, in particolare Puerto Natales. Ricordo che eravamo su un bus tra Puerto Natales e El Calafate (Argentina, la città più vicina al famoso ghiacciaio Perito Moreno ndr) quando uno di noi due disse all’altro: “ Potremmo aprire una distilleria di gin e whisky a Puerto Natales, che dici?”. Era un’idea folle, ma anche la più grande delle avventure, e realizzammo che anche non dovesse andare bene, ne usciremmo arricchiti e potremmo sempre far ritorno a casa per cercare lavoro.

Quando siamo tornati a Puerto Natales dopo la nostra visita a El Calafate, abbiamo chiesto al proprietario del nostro ostello se conoscesse un agente immobiliare in città. Incuriosito dalla nostra stramba domanda, è venuto a conoscenza del nostro piano. Ne ha subito parlato con la moglie e ha deciso di darci una mano. Ci hanno così invitati a restare nel loro ostello per tutto l’inverno, mentre loro sarebbero partiti per il nord dell’Argentina. Abbiamo così accettato la loro generosa offerta e quello rappresentò per noi il primo passo verso la realizzazione del nostro sogno!

“ Potremmo aprire una distilleria di gin e whisky a Puerto Natales, che dici?”.

M: Ci sono sempre ostacoli quando si tratta di iniziare una nuova avventura, che sia un nuovo lavoro o traslocare. Noi siamo stati fortunate perchè abbiamo potuto contare l’uno sull’altro per superare i momenti difficili, oltre al supporto dei Cileni, che sono molto alla mano, soprattutto nel sud. All’inizio il primo grande ostacolo è stat oil Sistema bancario cileno insieme al marcato immobiliare, che hanno meccanismi completamente diversi da quelli a cui eravamo abituati. Invece la ricerca dell’attrezzatura e degli ingredient e l’apprendimento del mestiere hanno rappresentato una strada in salita, ma non sono stati un vero e proprio ostacolo.

Quando sono stato al vostro bar ho percepito nell’aria qualcosa di speciale, sia per la passione che mettete nel vostro lavoro, sia per l’estrema ricercatezza dei vostri cocktail. Come fate?

K: Nessuno di noi due aveva mai avuto alcuna esperienza nella produzione del gin, e nemmeno avevamo mai lavorato in un bar. Così abbiamo iniziato solo cercando di creare il tipo di gin e di cocktail che amavamo di più! 

Abbiamo scelto di creare un gin dallo stile molto tradizionale, perché è estattamente il tipo di gin che preferiamo. Una robusta base dal sentore di ginepro con qualche spunto locale, e mai niente che fosse troppo floreale! Ci è voluto quasi un anno di esperimenti per tirar fuori la nostra ricetta, ma finalmente l’avevamo trovata!

Abbiamo studiato tutte le migliori fonti possibili che potessimo trovare per capire come gestire il bar e creare nuovi cocktail. Dobbiamo veramente tanto ai magnifici libri pubblicati da alcuni tra i migliori bar, in particolare degli Stati Uniti. Abbiamo studiato questi libri, messo in pratica le loro tecniche, realizzato le loro ricette di cocktail e successivamente adattato le loro idee per incontrare il gusto locale cileno e utilizzare gli ingredienti del posto. Siamo stati anche molto fortunati nel trovare dei collaboratori incredibili, ciascuno di loro ci ha aiutati a migliorare i nostri metodi, in maniera tale che tutti i cocktail che serviamo siano incredibilmente deliziosi e fatti seguendo scrupolosamente le nostre ricette e le nostre preparazioni.

Sin dal giorno dell’apertura ci siamo proposti di cambiare menu ogni mese. Così facendo sia ci manteniamo in costante aggiornamento, sia rendiamo il bar sempre interessante per i nostri clienti locali. Dopo tre anni ciò significa che abbiamo collezionato un archivio di ricette di cocktail tale che possiamo intercettare i gusti particolari di qualsiasi cliente!

M: Siamo grandi fan di Work Away, la piattaforma che permette di ottenere vitto e alloggio in cambio di qualche lavoretto. Mentre stavamo rinnovando il locale e la distilleria abbiamo ospitato alcune coppie di ragazzi incredibili, che sono stati con un paio di settimane ciascuno. Una menzione particolare va fatta per Fred e Hannah, una coppia di ragazzi inglesi. Fred era un bar manager del Portobello Star e ci ha aiutati nel creare il nostro primo menu di cocktail e la playlist del locale. Sia Hannah che Fred ci hanno spinti verso un’apertura soft, che si è dimostrata essere una scelta vincente, portandoci al di fuori di una certa comfort zone che ci eravamo creati nel periodo di rinnovamento del locale. 

Cosa vi ha attratto così tanto del Cile e dei cileni tanto da trasferirvici? Com’è la vita qui per due australiani come voi?

K: La bellezza della natura in Cile è qualcosa di pazzesco ed è ciò che più ci ha attratto all’inizio, oltre ad averci portato a Puerto Natales. I cileni sono persone incredibilmente accoglienti, la comunità di Natales occupa un posto speciale nel nostro cuore. Mentre I cileni a volte possono risultare un po’ più chiusi quando si parla del loro cibo, dei drink o della loro cerchia di frequentazioni, Natales è completamente diversa. Molti dei nostril amici qui provengono da altre zone del paese, o del mondo, che fa anche di loro dei forestieri come noi. Ciò significa che qui la gente ha una mentalità più aperta, magari rispetto al cileno medio che neanche mette il naso fuori di casa. Gli abitanti di Natales sono curiosi, vogliosi di fare nuove amicizie, sempre alla ricerca di nuove avventure e con un maggior vissuto multiculturale rispetto ad alter zone del paese. Noi amiamo vivere qui, e ci sentiamo davvero accettati come parte della comunità, ma non sono sicura che sarebbe stato lo stesso se avessimo vissuto in un’altra città del Cile. 

La Patagonia e Puerto Natales sono luoghi remoti, meta di passaggio e arrivo di molti viaggiatori. Ci potete raccontare alcune storie che vi è capitate ascoltare dai viaggiatori che hanno frequentato il vostro bar?

K: I diversi racconti che ascoltiamo dai viaggiatori che frequentano il nostro bar è una delle cose che più amo del mio lavoro. Abbiamo incontrato gente che ha scalato diverse volte l’Everest; persone che hanno navigato in questa area con l’intera famiglia a bordo; o ancora altre famiglie che hanno viaggiato on the road o in bici per tutto il Sud America; abbiamo conosciuto il capitano di un’imbarcazione che ci fa visita di tanto in tanto (evidentemente se sei un milionario che vuole navigare con il proprio yacht attraverso questi mari tra gli iceberg per dirigerti in Antartide, beh, lui è la persona che fa al caso tuo!); abbiamo incontrato spesso viaggiatori che erano in giro da 10 anni o più; e non porto più il conto delle persone che sono arrivate qua dall’Alaska in moto o in bici! Ma a volte le storie che sono più di ispirazione sono quelle di coloro che si sono messi alla prova più di quanto abbiano mai fatto prima in vita loro. Torres del Paine è stato il nostro primo trekking di più giorni, così come lo è stato per tanti altri…ma ciò non significa che consigli di cominciare con qualcosa di così sfidante come la Patagonia del sud per chi è alla prima esperienza di viaggio!

Ma a volte le storie che sono più di ispirazione sono quelle di coloro che si sono messi alla prova più di quanto abbiano mai fatto prima in vita loro. 

M: La varietà di persone che viaggia in Patagonia mi sorprende sempre e la possibilità di ascoltare tutte le loro storie è uno dei vantaggi di possedere un bar in questo angolo di mondo. Le persone arrivano fin qui con qualsiasi mezzo di trasporto possibile ed uno dei posti dove molte persone spendono la loro unica settimana di ferie. Una delle cose nella mia lista dei desideri è avvistare un puma e nonostante siamo qua da 5 anni non ci è mai ancora capitato! Dò la colpa di questo a Kiera che fa troppo rumore quando facciamo trekking! Abbiamo sentito storie di persone disfare le proprie tende solo per aver visto un puma madre con I propri cuccioli passare a due passi dal proprio van.  

Come vanno le cose in questi strani tempi? Cosa vi aspettate per il futuro del vostro bar e della vostra distilleria?

K: Il nostro bar è ormai chiuso da Marzo, e non abbiamo alcuna idea di quando saremo in grado di riaprire. Siamo fortunati perchè abbiamo anche la parte del lavoro che riguarda la distilleria e stiamo concentrando i nostril sforzi nel vendere il gin in Cile. Tuttavia saremmo felicissimi di poter esportare il nostro gin all’estero!

M: Siamo stati incredibilmente fortunati a riuscire a vivere l’alta stagione a pieno prima che la situazione del Covid-19 esplodesse e ci costringesse alla chiusura. Col bar chiuso ora facciamo consegne a domicilio il venerdì ed il sabato, presentandoci con menu di cocktail più compatto. La distilleria è ancora a pieno regime ed è proprio vero che le persone vogliono bere sia nei buoni che nei cattivi periodi. Un aspetto positive è che ora finalmente abbiamo più tempo per dedicarci alla distillazione del nostro personale whisky. La mia speranza ed il mio sogno è che il mondo possa presto superare questa terribile situazione e che le persone possano tornare a viaggiare e socializzare come una volta. 

Potete seguire Kiera e Matt sul loro profilo Instagram @lasthope_distillery e sul loro sito web http://www.lasthopedistillery.com!