CILE E ARGENTINA: COSA VEDERE

L’Unione Europea ha una superficie di poco superiore ai 4 milioni 400 mila km², conta 27 paesi, ciascuno dei quali con una propria identità culturale, ben distinta, ed al suo interno vengono parlate ben 24 lingue. Un universo.

Ma c’è un territorio, lontano migliaia di km, che, pur con quasi la stessa superficie, di paesi ne conta solo due, nei quali si parla la stessa lingua, che condividono molto della propria storia.

Sto parlando dell’estremità meridionale del continente sud americano, quella porzione sconfinata di terra squarciata in 2 dalle Ande che li divide…il Cile e l’Argentina!

Il Cile ha la particolarità di essere largo soli 200 km, ma lungo quanto l’intera Europa, da Capo Nord alla Sicilia! Alla Patagonia cilena boscosa e varia, si oppone la pampa arida e monotona che caratterizza la Patagonia argentina.

Il comune denominatore è la maestosità. Quella dei suoi paesaggi selvaggi. Tra un paese e l’altro potrete passare dal deserto ad alcuni dei ghiacciai più grandi al mondo, da montagne magiche a distese pianeggianti infinite.

Ed ecco alcuni consigli per un itinerario tra Cile ed Argentina.

QUANDO ANDARE 

Come detto prima, Cile ed Argentina coprono un territorio vastissimo, con climi diversi a seconda della latitudine. Tuttavia l’estate dell’emisfero australe, ossia il nostro inverno rimane l’alta stagione per la possibilità di visitare la Patagonia con le migliori condizioni atmosferiche possibili godendo di un clima più caldo e maggiori ore di luce, senza compromettere la possibilità di visitare le meraviglie situate nel nord dei paesi. Mi riferisco al deserto di Atacama, il più arido al mondo, e le cascate di Iguazù.

Tuttavia mi sentirei di raccomandare la primavera australe. Trattandosi di media stagione vi permetterà di visitare i percorsi di montagna senza fare code da supermercato e trovare gli alloggi a prezzi migliori, senza avere la necessità di prenotare con mesi di anticipo e quindi con la libertà di poter cambiare programma anche all’ultimo secondo. 

C’è anche da aggiungere che, parlando di Patagonia, l’incertezza la fa da padrona, persino in estate. Si dice infatti che in Patagonia sia possibile provare tutte le quattro stagioni nel corso della stessa giornata!

DA DOVE INIZIARE 

Il punto di partenza per un itinerario in Cile ed Argentina non può essere che una delle capitali, Santiago De Chile e Buenos Aires (vedi l’articolo su Baires ndr), i cui aeroporti principali (rispettivamente l’Arturo Merino ed il Ministro Pistarini) sono ben collegati con l’Europa.

Sebbene i comodi bus coprano buona parte dei tragitti a prezzi abbastanza economici, il fattore tempo, specialmente in un itinerario il più vario possibile, porta ad optare per la variante in aereo. Per farvi un esempio un bus che porti a San Pedro de Atacama impiegherà circa 24 ore, rispetto alle poche ore impiegate da un volo diretto, allo stesso prezzo. 

Certo il viaggio in bus permette di godere dei magnifici paesaggi che questi territori offrono e del loro continuo variare, ma, a meno che non abbiate molto tempo a disposizione, non sono praticabili. 

Dalle capitali potrete così raggiungere tutte le destinazioni più importanti in aereo. 

DESERTO DI ATACAMA

Valle de la luna e vulcano Licancabur, Deserto di Atacama

E’ il deserto più arido del mondo, situato nella zona nord-occidentale del Cile, soggetto alle correnti oceaniche a ovest e protetto dalla cordigliera a est. Arrivare a San Pedro de Atacama, la cittadina ai piedi del vulcano Licancabur, che segna il confine con la Bolivia, significa esser catapultati in un paesaggio da Far West americano, una frontiera polverosa di terra rossa, dove si passa da giornate assolate e calde a notti fredde sotto cieli stellati. 

I maestosi altopiani nei quali vi imbatterete in lagune popolate da fenicotteri, e alpaca scorrazzanti; il geyser del Tatio; la valle della luna, sulle quale potrete godere di uno dei tramonti più suggestivi al mondo: il senso di smarrimento si impadronirà di voi, faticherete a sentirvi ancora sulla terra, in un paesaggio che più che lunare sembra marziano!

Non è un caso che il deserto di Atacama sia anche il luogo prescelto per ospitare un osservatorio astronomico tra i più grandi al mondo, l’ALMA! 

Il mistero e il fascino di questa arida terra di confine, un tempo casa delle popolazioni andine, di stregoni e culti devoti alla pachamama (la madre terra), non potrà che stupirvi.

SALTA E LA PUNA ARGENTINA

La quebrada di Purmamarca

Poco distante dal confine con il Cile e dal deserto di Atacama, raggiungibile con un breve volo da Buenos Aires o Iguazù, Salta è la città coloniale più importante della puna argentina, una distesa desertica immensa costellata da montagne colorate, villaggi andini, lama e vigogne, deserti di sale e paesaggi irreali.

Passeggiate per le vie del centro di questa affascinante cittadina con la sua architettura risalente al periodo coloniale e all’influenza spagnola. Visitate il museo di archeologia in Plaza 9 de Julio (dove sono ben conservati e visibili i resti di tre bambini risalenti al periodo inca), ammirate la cattedrale e raggiungete con la funivia il cerro San Bernardo per ammirare il tramonto su questa perla incastonata tra il deserto e le montagne.

Salinas grandes

Fate qui base per visitare i villaggi andini, tra lama e vigogne, di Humahuaca e Purmamarca, con la sua quebrada (montagna colorata) dai sette colori; perdetevi tra le Salinas grandes ed il loro orizzonte lattiginoso a perdita d’occhio. Rimanete a bocca aperta davanti alle striature colorate della rainbow mountain del massiccio dell’Hornocal; infine fate un giro tra i vigneti nei pressi di Cafayate (seconda città argentina più famosa per la produzione del vino dopo Mendoza), passando per l canyon della quebrada de las conchas.

RAPA NUI (ISOLA DI PASQUA)

I misteriosi Moai

Lontana 4000 km dalla costa cilena, raggiungibile in 6 ore di volo da Santiago, quest’isola ,per collocazione geografica e tratti delle popolazioni originarie, di carattere aborigeno, sarebbe più logico collocarla nella sfera dell’arcipelago polinesiano. Tuttavia la sua scoperta da parte dell’esploratore olandese Jacob Roggeveen, la domenica di Pasqua del 1722, ne ha cambiato le sorti per sempre. Contesa dalla corona spagnola e francese prima e dai cileni e dall’impero britannico poi, l’esistenza pacifica di queste popolazioni aborigene è stata compromessa definitivamente, così come il suo ecosistema.

Le icone simbolo di quest’isola, per le quali è riconosciuta in tutto il mondo, sono i Moai! Enormi busti dai tratti antropomorfi, che possono arrivare fino a 10 m di altezza, si contano ben 638 esemplari sparsi in tutta l’isola. Raffiguranti probabilmente i capì tribù deceduti, sempre rivolti con lo sguardo verso l’interno, salvo rare eccezioni, svolgevano il ruolo di guardiani dell’isola.

I più celebri sono i 15 moai raggruppati ad Ahu Tongariki, vicino alla cava dalla quale si presume venisse ricavata la pietra per realizzare i moai di tutta l’isola. Puntate la sveglia presto e raggiungete questo sito alle prime luci dell’alba, per godere della meraviglia del sole che sorge alle loro spalle.

Terevaka

Tuttavia l’isola di Rapa Nui potrebbe avere il triste primato di primo grande disastro ambientale per mano dell’uomo. Una delle ipotesi del disboscamento dell’intera isola sarebbe l’utilizzo dei tronchi degli alberi da parte delle popolazioni indigene per il trasporto dei Moai.

Altra caratteristica dell’isola è quella di ospitare 4 vulcani, tra cui il meraviglioso vulcano Orongo, inattivo, il cui cratere è ora colmo d’acqua, che si affaccia sull’oceano.

Sulla spiaggia di Anakena invece periodicamente si svolge una festa popolare locale nella quale, con balli e celebrazioni varie, si dà il benvenuto ai visitatori stranieri, ai quali viene offerto anche del cibo.

Il mistero e le leggende dei moai e la sensazione di trovarsi al largo nell’Oceano Pacifico, lontani migliaia di km dal mondo, contribuiscono alla magia di Rapa Nui.

TORRES DEL PAINE 

Las Torres, Torres del Paine

Nel cuore della Patagonia cilena, la catena montuosa del Torres del Paine è un’attrazione tra le più famose del Cile, mecca di escursionisti e trekkers di tutto il mondo. Raggiungibile dalla vicina Puerto Natales (città che racchiude in sè mille storie, come quelle di Kiera e Matt e Nana) , piccola cittadina situata sul canale di Ultima Speranza, l’aeroporto più vicino è quello di Punta Arenas, a circa 300 km da Natales.

Tra queste montagne si sviluppa un percorso tra i più famosi al mondo, il W trek. Un percorso fattibile in circa 5 giorni, che permette di assistere alla meraviglia di laghi, ghiacciai, boschi, lagune, vette incredibili, in un cambiamento di scenario continuo, con un’unica costante…il vento!

I simboli di questo massiccio sono Las Torres, perfetti monoliti di granito che si stagliano sulla laguna omonima e le vette de Los Cuernos. Ma rimarrete incantati dai colori irreali dei laghi Pehoe e Nordenskjold, da quel che, ahimè, rimane del ghiacciaio Grey, potrete assistere alle frequenti valanghe sul fronte della valle francese e campeggiare nei numerosi rifugi presenti lungo il tragitto.

Grey glacier

Per i più allenati è possibile percorrere il più ostico O circuit, un circuito circolare e completo intorno al massiccio del Paine, di circa 10 giorni.

Gli ingressi al parco sono contingentati e soprattutto per chi ha voglia di percorrere il W circuit in alta stagione sarà necessario prenotare gli alloggi nei rifuci con largo anticipo. E’ vietato l’ingresso senza prenotazione.

Queste restrizioni si sono rese necessarie in seguito ad un triste incidente avvenuto qualche anno fa, nel quale uno sconsiderato campeggiatore, non considerando il vento costante, ha accesso un fuoco nel tratto che unisce il lago Pehoe al rifugio italiano, causando un incendio che ha danneggiato irrimediabilmente la vegetazione. Non vi restano che gli scheletri dei maestosi alberi che un tempo ricoprivano la zona, in un paesaggio ora allo stesso tempo spettrale e mortificante. Inoltre difficilmente la zona riuscirà a tornare ai fasti di un tempo, poiché proprio il vento non permette ai giovani alberi ripiantati di crescere.

Il parco del Torres del Paine è davvero un paradiso per gli escursionisti ed offre tanti altri percorsi secondari oltre ai più celebri W ed O circuit. Sarete circondati da guanacos e se fortunati, potrete imbattervi in qualche bellissimo esemplare di puma! O magari anche no.  

PERITO MORENO

Quando vi troverete a percorrere le passerelle che vi si affacciano, non potrete che domandarvi come sia possibile che si metta così in bella mostra di sé, come abbia fatto questo ammasso di ghiaccio a posarsi con tanta grazia e a presentarsi in una maniera tanto perfetta da sembrar dire: ecco, ammiratemi pure! Sto parlando del più vanitoso tra i ghiacciai, sua maestà il Perito Moreno!

Si staglia in altezza per ben 60 m sul lago Argentino, l’equivalente di un palazzo di circa 20 piani, e si estende per ben 250 km², cioè quanto l’intera città di Buenos Aires!

Il Perito Moreno è uno dei pochi ghiacciai al mondo a non risentire del surriscaldamento globale, mantenendo costante la sua dimensione nel tempo: infatti avanza ad una velocità di 700 m all’anno, sebbene ne perda ad un ritmo analogo. Non staccategli gli occhi di dosso mentre ne ammirate la magnificenza e nei periodi primaverili ed estivi sarà molto probabile assistere al distaccamento di alcune pareti di ghiaccio (ricordate sempre che possono raggiungere 60 m!), seguite da un rombo che ricorda una scarica impetuoso di fulmini!

Facente parte del Campo de Hielo Sur, un insieme di 48 ghiacciai dell’Argentina e del Cile meridionale, terza riserva d’acqua dolce dopo i poli, e del Parco Nacional Los Glaciares, deve il suo nome al pioniere ed esploratore Francisco Moreno. 

Mini-trekking sul ghiacciaio

Qualora non vi bastasse ammirarne la bellezza dalle passerelle, distanti poche decine di metri, una fantastica esperienza è rappresentata dal trekking che vi permetterà di calpestarne la superficie. Organizzato da una sola agenzia di El Calafate (la città più vicina, dotata anche di aeroporto) si presenta in due versioni: una di livello facile, il mini-trekking, alla portata di tutti, di circa 2 ore ed una più complessa per sforzo fisico, il Big Ice, di circa 4 ore. Entrambe vi permetteranno di ammirarne i colori irreali tendenti al blu, vederne i crepacci. La magia del calpestare questo gigante di ghiaccio è indescrivibile: vi sembrerà di passeggiare su di un essere vivente, in costante mutamento, che cresce e decresce di continuo, sul quale la luce del sole si infrange fino a ricreare dei colori inimmaginabili. Senza contare che alla fine dell’escursione potrete rilassarvi bevendo un bicchierino di whiskey on the rocks con cubetti di ghiaccio appena raccolti…not bad!

FITZ ROY

Laguna de los tres, Fitz Roy

Tutti conoscono il famoso marchio di abbigliamento outdoor Patagonia, mentre non tutti sanno che il logo riprende la sagoma e i tratti spigolosi del monte Fitz Roy. Una luogo che ha un profondo legame con il fondatore del marchio stesso, Yvon Chouinard, il quale a bordo di un van Ford E-Series Econoline ed in compagnia del suo amico fraterno Doug Tompkins (fondatore invece di un altro marchio iconico, Northface, filantropo e legato indissolubilmente a queste terre anch’egli) partirono dalla assolata California per condurre un viaggio epico che li avrebbe portati fino alla punta meridionale del continente, in Patagonia.

Del resto, anche il fatto che questa montagna debba il suo nome al comandante Fitz Roy, che qui accompagnò a bordo del brigantino Beagle la spedizione scientifica del naturalista Charles Darwin, la dice lunga sul mito che la circonda.

La sua popolarità tra gli escursionisti protrattasi nel tempo ha fatto sorgere un piccolo paesino che col tempo è diventato l’avamposto ai piedi della montagna, El Chalten. Ora ostelli, birrerie e ristorantini affollano questo paesino, poco distante dall’aeroporto di El calafate o raggiungibile dopo un percorso a piedi per passare il confine dal Cile (vedi articolo ndr).

Una caratteristica differenzia El Chalten da Torres del Paines, ossia tutti i percorsi sono gratuiti! Pertanto non vi resterà che mettere piede fuori dal vostro ostello e…cominciare a camminare!

Tra i sentieri più celebri sicuramente il Sendero laguna de los tres, di media difficoltà, che in circa 9 ore permette di raggiungere il Fitz Roy appunto, un percorso che vi lascerà senza parole, con una ricompensa finale incredibile che riempirà i vostri animi di meraviglia.

Cerro Torre

Ma infiniti sono i trekking a disposizione partendo da El Chalten. Come quello per il cerro Torre e la sua laguna, altra montagna iconica della Patagonia argentina. O quello per il chorrillo del salto, una piccola cascata immersa nel verde.

Per i professionisti dell’hiking, invece, non mancano percorsi di alta difficoltà di più giorni, che richiedono però a volta permessi speciali, soprattutto per campeggiare, ed attrezzatura specifica.

Ma niente sarà più godurioso alla fine di una giornata di fatica di un calice di vino tinto (io ho amato la Vineria) o una cerveza fresca per festeggiare! Magari per accompagnare un bel piatto di carne arrosto, il classico asado argentino! 

Cosa volere di più dalla vita? Io, niente!

USHUAIA E LA TERRA DEL FUOCO

Si è sempre dibattuto nella scelta di un itinerario in Patagonia se valesse la pena o meno inserire un salto ad Ushuaia. Le lunghe distanze impongono a volte dolorosi sacrifici per chi non ha disposizione tanto tempo per visitare questa fetta di mondo. E Ushuaia viene a volte dipinta come sacrificabile, non affascinante quanto mete blasonate come il parco del Torres del Paine o il Fitz Roy.

Mia personale opinione: è imprescindibile! La sensazione di trovarsi nella città a più sud del mondo, l’elettricità che si respira nell’aria e l’inquietudine che si prova nel posare lo sguardo sulle turbolente acque del canale di Beagle, chiedendosi cosa possa esserci oltre quella fine, quell’ultima frontiera, oltre la quale solo l’Antartide, va decisamente vissuta.

Non solo. 

C’è tanto da fare, tanto da vedere! Come l’escursione tra i pinguini sull’Isla Martillo, dove potrete passeggiare tra numerosi esemplari di pinguini Magellano, e qualche pinguino reale, sentirne i richiami, i versi e ammirare le loro buffe movenze da pochi centimetri di distanza.

Oppure la splendida escursione alla laguna Esmeralda, la mia preferita, camminando tra boschi e pantani; ammirando le Castonere, esempio di ingegno edilizio dei castori, i quali hanno costruito dighe che hanno cambiato i corsi dei fiumi fino a creare enormi danni agli alberi della zona.

Valle de los Carabajales, il passaggio dei castori

Del resto i castori sono una sciagura dell’area, ma a causa dell’intervento dell’uomo: importati dal Canada nella Terra del Fuego per sviluppare l’industria delle pellicce, a causa del clima molto meno freddo, hanno sviluppato pellicce molto meno folte e quindi inutilizzabili. Dopo essersi riprodotti in gran numero ora sono una piaga per la regione ed il governo ne ha autorizzato la caccia aperta.

Non è raro trovare lungo i sentieri cartelli che avvisano: “Se vi doveste imbattere in un castoro, abbiate l’accortezza di ammirarlo, magari fotografarlo e poi chiamarci, così potremo ucciderlo!”.

 Per non parlare dei sentieri lungo il parco nazionale o per la laguna de los tempanos, dopo i quali potrete trovare ristoro in uno dei tanti ristorantini della città. Come l’Almacen Ramos Generales (il mio preferito, ottimo il conejo, il coniglio!) dove erano soliti mangiare Inarritu e Di Caprio durante le riprese di The Revenant, girato nei dintorni!

E poi chi non sarebbe curioso di vedere com’è la fine del mondo?

Ah, dimenticavo. In realtà la città più a sud del mondo sarebbe Puerto Navarino, Cile, non conteggiata solo perché piccola. Ma gli argentini sono stati più bravi nell’accaparrarsi il primato, a suon di marketing…chapeau! 

CASCATE DI IGUAZU’

Deserti, montagne, ghiacciai e isole nel mezzo del Pacifico. Qualora l’itinerario non fosse stato abbastanza variegato per i vostri gusti, ecco alcune cascate tra le più grandi al mondo, nel mezzo di una foresta pluviale e spartiacque di ben tre paesi, Argentina, Brasile e Paraguay: le cascate di Iguazù!

A poche ora di volo da Baires vi ritroverete catapultati in un habitat rigoglioso, umido e tropicale. Le cascate di Iguazù rappresentano una delle 7 meraviglie naturali del mondo, spesso set cinematografico di film come Mission, Indiana Jones fino al più recente Black Panther. 

E’ possibile visitare sia il lato argentino che quello brasiliano. Il primo comprende il numero maggiore di cascate ed una gola che produce un boato impressionante chiamata la garganta del diablo, la gola del diavolo, alta ben 150 metri. Potrete percorrere i vari sentieri tramite delle passerelle che vi permetteranno di ammirare le diverse prospettive di questo gigante blu e verde, passando nel mezzo della foresta dove potrete incontrare la sua variegata fauna: scimmie, iguane, tucani e i molesti coati.

Il lato brasiliano è più piccolo e forse meno curato ma regala altrettanto grandiosi scenari.

Tante le escursioni possibili, come quella in barca a ridosso delle cascate o un safari in jeep nella foresta.

Da Puerto Iguazù (la citta’ argentina più vicina alle cascate, il cui corrispettivo brasiliano è Foz do Iguazù) recatevi al mirador poco fuori la città per ammirare le diramazioni del Rio Paranà che separano i tre versanti di Argentina, Brasile e Paraguay.

THIS IS THE END!

Come detto in precedenza il territorio di cui ho parlato è davvero enorme e pieno di attrazioni incredibili, tanto da comportare dolorosi sacrifici in un itinerario che non superi le 3 settimane. Quelli citati sono solo gli highlights di questi due fantastici paesi, che una volta lasciati vi faranno venir voglia di tornare per completare l’opera. Che si fa, si torna?